Tagli d’artista: una storia lunga un secolo
Tagli d’artista: una storia lunga un secolo
GALLERIA NAZIONALE DI ARTE MODERNA
Dal 15 maggio al 7 gennaio 2011
Orario d’apertura: dal martedì alla domenica 8.30-19.30. Chiuso il lunedì.
Biglietti: Intero 10 euro, ridotto 8 euro Ridotto per i cittadini UE fra i 18 e 25 anni Gratuità per i cittadini UE sotto i 18 e over 65 anni Ai visitatori di Stati non facenti parte dell’UE si applicano le disposizioni sull’ingresso gratuito a condizione di reciprocità
Sito Web: www.gnam.beniculturali.it
Telefono: 06/322981
In occasione della presentazione del grande soffitto “Ambiente spaziale con tagli” che Lucio Fontana realizzò nel 1960 per la casa di Milano dell’ing. Antonio Melandri, la Galleria nazionale ha allestito una selezione di capolavori appartenenti alle collezioni dell’artista.
Dalla cultura secessionista di Klimt alle certezze assolute di Mondrian, all’introspezione luminosa di Giacometti, allo sfondamento della materia di Moore, mantenendo costante una linea che in Italia parte da Boccioni, con i vuoti dell’Antigrazioso del 1912, e prosegue nelle masse bianche di Arturo Martini, fino ai vuoti del marmo di Adolfo Wildt, che di tutti fu maestro a Brera.
Nel secondo salone il soffitto è affiancato dal mobile di Calder, che già negli anni ’30 mise in movimento gli scacchi colorati di Mondrian per azzardare volatili equilibri di forme aperte, mentre dall’altra parte la Ricostruzione del Dinosauro bianco di Pascali conferma l’assunzione dei tagli come valore acquisito, tanto da farne strumento di costruzione di un imprevedibile “ready made”.
Nell’ala destra si sviluppa il momento culturale milanese ispirato da Fontana, riconoscibile negli aderenti al gruppo “Azimuth”, in cui il bianco diviene un dovere assoluto con Castellani e Manzoni, fino al comportamentalismo in bianco di Christo, al blu totale di Klein, alla creatività materica del veneto Turcato, al rigore intellettuale di Paolini.
Nell’ala sinistra del salone si contrappone il “negativo” di Burri, che crea capolavori ugualmente dirompenti, con i “Gobbi”, i “Catrami”, i “Sacchi”, i “Ferri” e i “Cretti”, artista che per l’arte giovane romana rappresentò il vate di una nuova cultura di “nigredo”. Pascali, Tano Festa, Lo Savio, Accardi, Mochetti lo affiancano dando esempi di alta qualità e aprendo alla storia dell’arte italiana degli anni ’60 e ’70.
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